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Molti merchant italiani si domandano che cosa comporterà l’uscita del Regno Unito dall’UE per l’e-commerce rivolto a consumatori anglosassoni.
Ecco, in estrema sintesi, le possibili conseguenze della fuoriuscita del Regno Unito (“Brexit”) dall’UE in termini di commercio internazionale, nel breve e nel medio termine.
Il voto di mercoledì scorso non ha immediati effetti giuridici sul piano internazionale. L’uscita del Regno Unito dall’UE si articolerà in una procedura di negoziazione, disciplinata dal Trattato di Lisbona, che durerà verosimilmente 2 anni.
Fino ad allora, dovrebbe rimanere sostanzialmente in vigore l’attuale assetto normativo, con particolare riferimento alla libera circolazione di merci e persone e alla sussistenza di un’Unione doganale.
Lo ribadisce anche la nota associazione di consumatori inglesi “Which” sul proprio sito: “How will Brexit affect your consumer rights? No immediate change to your consumer rights. The negotiations around our withdrawal from the EU will be lengthy and, and there will be no immediate change to your consumer rights when you buy or sell goods and services, or travel abroad”.
Riguardo al commercio elettronico, si continueranno ad applicare anche con riferimento alle vendite verso consumatori anglosassoni:
- Il termine minimo di 14 (quattordici) giorni per il reso dei prodotti acquistati a distanza (di cui al Consumer Contract Regulation 2013, che ha trasposto nel Regno Unito la Direttiva 2011/83/EU sulla tutela dei consumatori);
- La garanzia legale per i vizi occulti dei prodotti (che nel Regno Unito dura sei anni dalla consegna dei prodotti, anche se dopo sei mesi dalla consegna l’onere di provare che i prodotti erano difettosi alla consegna viene traslata in capo al consumatore, rendendola piuttosto difficile – di cui al Consumer Rights Act 2015);
- La disciplina del distance selling (in base alla quale i merchant che inviano prodotti a consumatori inglesi con spedizione dall’UE devono registrarsi a fini IVA nel Regno Unito ove superino la soglia di fatturato annuo di £ 70.000);
- La disciplina del Mini-One-Stop-Shop (MOSS), per la dichiarazione ed il versamento dell’IVA sulla vendita a consumatori europei di prodotti digitali (e.g., download di musica o software, accesso a banche dati digitali, etc.).
Successivamente all’uscita formale del Regno Unito dall’UE, tutto dipenderà dalle politiche che il Regno Unito e l’UE decideranno, unilateralmente e bilateralmente, di applicare.
E’ possibile che il Regno Unito venga ad assumere, nel medio termine, uno status giuridico-fiscale simile a Norvegia e Svizzera dal punto di vista del commercio inter-europeo, con la presenza di un regime di libero scambio da e verso l’UE. Ciò implicherebbe comunque la presenza di una barriera doganale, se non altro dal punto di vista amministrativo e dell’IVA.
Di certo non una semplificazione per i piccoli negozi online!
L’avv. Alan Rhode è co-fondatore di Taxmen.eu, società specializzata nella consulenza legale e fiscale per il commercio elettronico con sede a Londra. Dopo un’esperienza in studi legali internazionali, nel 2012 Alan è divenuto partner di Taxmen, tax and legal for eCommerce, il network internazionale specializzato in servizi legali e fiscali per gli operatori e-commerce. La clientela del network include fashion retailers, operatori della logistica, agenzie di e-ecommerce e società di consulenza. Alan è assistente di diritto tributario presso l’Università Bocconi e l’Università degli Studi di Milano. Ha di recente partecipato come docente al Master di formazione executive dal titolo “Digital economy: profili legali fiscali dei nuovi modelli di business” della SDA Bocconi.